“Nel segno dei padri” parla della storia di amicizia epistolare tra due coetanei, Guglielmina Roncigli, figlia di una delle 40 vittime civili della rappresaglia nazista a Gubbio nel giugno 1944, e Peter Staudacher, figlio del medico ufficiale nazista ucciso a Gubbio due giorni prima della rappresaglia. La storia Il loro incontro, a 60 anni dalla tragedia, è stato del tutto casuale. Ne è nata un’amicizia coltivata con un scambio epistolare dal 2004 al 2012, durante il quale si sono incontrati una sola volta, a Pomezia, al Cimitero militare tedesco, dove è sepolto il padre di Peter, Kurt Staudacher.
Una vicenda che ha accomunato i due protagonisti, all’insegna della condivisione, riconciliazione, solidarietà umana. Con un messaggio di grande attualità: superare i muri del rancore e della rivalsa, per trovare nella comune condivisione del dolore ma anche della riconciliazione, i motivi per guardare al futuro con speranza e desiderio di fratellanza. Un esempio che è anche un’eredità per i giovani e per la nuova Europa.
I protagonisti Guglielmina Roncigli è prematuramente scomparsa nel febbraio 2012 lasciando l’intero carteggio al giornalista Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di Trg network, che poi ha curato la redazione del romanzo, il suo primo libro edito da Marsilio, che già ha riscosso grande successo di critica e pubblico (è risultato il libro più venduto nel 2017 in Umbria dopo appena due dall’uscita) con numerose presentazioni in regione e negli istituti scolastici, e recensioni su testate locali e nazionali. Peter Staudacher, vive ancora oggi a Gardelegen, nella Sassonia, ha 73 anni e sarà presente a Roma martedì 13 giugno con la propria famiglia. Incontrerà ancora una volta Franca Vantaggi, figlia di Guglielmina, che ha conosciuto pochi anni fa, e per la prima volta incontrerà anche l’Associazione Famiglie 40 martiri di Gubbio.
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